Il Convegno: tecnologia e innovazione al servizio di legalità e sicurezza - Unione Pedemontana Parmense

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Il Convegno: tecnologia e innovazione al servizio di legalità e sicurezza

Il Convegno: tecnologia e innovazione al servizio di legalità e sicurezza

Come può la tecnologia essere al servizio della sicurezza e della legalità? E quali sono le sperimentazioni al momento in corso? Questi i temi al centro del convegno intitolato “Approccio strategico alla sicurezza ed alla legalità”, organizzato nella mattinata di giovedì 8 luglio al Castello di Felino dal Corpo di Polizia locale dell’Unione Pedemontana Parmense in collaborazione con la Regione e il FISU (Forum italiano Sicurezza Urbana). Convegno che ha visto a partecipazione di numerosi amministratori parmensi, del Questore di Parma Massimo Macera e, oltre alla massima autorità provinciale della Polizia di Stato, dei rappresentanti di Carabinieri e Guardia di Finanza.


«Il tema della sicurezza è sempre stato centrale per l’Unione – ha sottolineato il Comandante della Polizia locale Franco Drigani.Negli ultimi sei anni abbiamo riorganizzato la Polizia locale iniziato un percorso di sviluppo di un sistema di videosorveglianza all’avanguardia. Un programma di lavoro sul medio-lungo periodo in rete con la Regione e gli enti locali, che ci ha portato a stringere importanti collaborazioni con le altre forze dell’ordine e con i cittadini stessi, attraverso i Gruppi di Controllo di Vicinato .


Una collaborazione, quella con le altre forze dell’ordine, «tutt’altro che scontata – ha ricordato il presidente dell’Unione Daniele Friggeri –. Abbiamo creato un sistema che sta dando dei  risultati e lo si è visto in questo anno e mezzo di pandemia. E voglio cogliere questa occasione per rivolgere un grande ringraziamento per il prezioso lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dai nostri agenti, al quale si è affiancata la collaborazione dei cittadini. Così come ringrazio la Regione, che sul tema della sicurezza ci è sempre stata vicina». Regione che «ci ha permesso di investire, di innovare e che ci chiede di fare il punto in momenti di confronto come questi che sono fondamentali – ha osservato l’assessore alla Sicurezza Elisa Leoni –. Da questi incontri nascono idee e progetti, come quelli che abbiamo portato avanti in questi anni. Il passo successivo deve essere il contrasto alle infiltrazioni mafiose e la presenza del questore, oggi, per noi è un segnale importante».


Proprio il questore ha voluto sottolineare l’importanza della “sperimentazione”. «La criminalità è costantemente in calo – ha aggiunto Macera –, ma le persone percepiscono un’insicurezza. Rendere pubblici i dati e le finalità che ci si pongono, è fondamentale. Noi abbiamo il dovere di garantire sicurezza, e lo possiamo fare bene soltanto insieme. Dobbiamo essere un corpo unico che si contrappone alla criminalità e al degrado, in cui ognuno fa la sua parte».


Il problema di come la percezione di insicurezza sia inversamente proporzionale al numero dei reati, è stato rimarcato anche da Andrea Di Nicola, professore associato di Criminologia dell’Università di Trento: «La sicurezza è data da alcuni indici che, semplificandoli, sono: livello di criminalità, degrado, percezione della sicurezza  e controlli delle forze dell’odine. Raccogliere e analizzare i dati è, quindi, importante, per avere un “metro” su dove e su cosa investire». Ed è qui che si inseriscono i sistemi  per la raccolta e l’analisi dei dati come Vigilium (Vai all'articolo di presentazione), il software con capacità predittive nato proprio all’Università di Trento e successivamente sviluppato dalla start up Intellegit. «Abbiamo realizzato un sistema che potesse rappresentare i dati in modo intelligente – ha spiegato Di Nicola –, per incidere sull’efficientamento della collocazione delle forze dell’rodine sul territorio e consentire agli amministratori di poter rispondere ai cittadini sulla base di dati oggettivi».


A spiegare il funzionamento di Vigilium, è intervenuto Andrea Nicolamarino, security specialist di Intellegit. Il sistema permette ai cittadini di inviare in modo anonimo, per mezzo di una app, segnalazioni relative a fenomeni di criminalità e degrado. Segnalazioni vengono poi immagazzinate e organizzate insieme ad altre informazioni sociodemografiche e del territorio, ad esempio la presenza di parchi o luoghi sensibili,  per elaborare statistiche, mappe di rischio e analisi, anche predittive. «Al momento in Unione la app è stata fornita ai membri dei gruppi di Controllo di Vicinato o di altre associazioni – ha precisato Nicolamarino –. La Pedemontana è uno dei territori dove si utilizzavano tecnologie già molto avanzate come la rete di videosorveglianza ed è per questo che è stata scelta per sperimentare Vigilium».


Un altro sistema all’avanguardia, sviluppato sempre con un accordo di programma con la Regione, è il Cruscotto della legalità in sperimentazione nell’Unione Terre D’Argine, che comprende i comuni di Campogalliano, Carpi, Novi di Modena e Soliera, pensato per il contrasto all’evasione fiscale e per individuare quelle situazioni sospette che potrebbero nascondere attività finanziarie illegali, anche  da parte della criminalità organizzata. A illustrarlo è stato Davide Golfieri, comandante della Polizia locale dell’Unione modenese. «Il “cruscotto” raccoglie tutti i dati a disposizione della pubblica amministrazione che riguardano i cittadini: dichiarazioni dei redditi, dati catastali, pagamento dei tributi e, se sono titolari di un’attività, le pratiche presentate al Suap. Queste informazioni vengono poi elaborate facendo emergere quelle situazioni che possono portare ad accertamenti e indagini amministrative. Il database può essere, ad esempio,  interrogato per dati anagrafici, codice fiscale, oppure partendo dalla proprietà di un immobile. Durante l pandemia – ha concluso –, grazie ai codici Ateco potevamo sapere in tempo reale le attività che potevano rimanere aperte».


La raccolta di dati e di informazioni, assume un ruolo sempre più fondamentale nella lotta alla criminalità, ha affermato Gian Guido Nobili, responsabile dell’Area Sicurezza Urbana e Legalità della Regione Emilia-Romagna: «Diversi anni fa, ben prima del mio arrivo, la Regione si era chiesta come poter utilizzare il patrimonio di dati e informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni e queste piattaforme hanno dimostrato una elevata capacità di analisi del territorio e dei fenomeni criminali che fino a poco tempo fa era inimmaginabile. Purtroppo, però, contrariamente a quanto avviene nei Paesi anglosassoni scontiamo un ritardo nella  condivisione tra le varie forze dell’ordine dei dati georeferenziati sui fenomeni criminali che avvengono sul territorio. Il nostro obiettivo – ha concluso Nobili – è di continuare a investire su questo tipo di tecnologie e condividerle perché possano diventare un patrimonio nazionale».


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